giovedì 25 ottobre 2012

Può eseguire la bonifica chi è condannato per l´inquinamento?




Molti  dubbi di tipo amministrativo e finanziario, oltre alle evidenti distorsioni ambientali ,sono sorti fin dalla prima visione del progetto di ampliamento di Cà Filissine.
Uno di questi si può riassumere in una semplice domanda: 


Perché non c`è alcuna gara pubblica per la progettazione e l´esecuzione di opere per un importo di centottantamilioni di euro (180 mil. €)?

A livello locale abbiamo ottenuto risposte piuttosto evasive e per questo ci siamo rivolti all´Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici.  In seguito ai chiarimenti forniti dal Comune e dalla società Daneco, l´Autorità ha terminato la propria istruttoria inviando, in data 22 ottobre, le proprie conclusioni che possiamo sintetizzare per punti principali:

a) I due interventi, bonifica dell´area di discarica ed ampliamento su area Ferrari, si possono considerare separati e quindi per il secondo deve essere indetta una gara per l´affidamento dei lavori
b) L´intervento di progettazione e bonifica dell´area di discarica può essere affidata al gestore attuale, dopo aver verificato l´esclusione di responsabilità del gestore nell´inquinamento
c) La progettazione dell´intervento sull´area Ferrari, visti gli elevati importi, deve essere affidata mediante gara

Queste indicazioni, alla luce anche della sentenza di condanna degli amministratori di Daneco da parte del Tribunale, pongono seri dubbi: 

E' possibile per la Regione Veneto affidare la bonifica di un sito a chi è stato condannato per il suo inquinamento? 

E' possibile portare avanti un iter sapendo che possono venire a mancare i presupposti di legittimità? 

Il progetto di ampliamento presentato quindi, oltre ad essere carente dal punto di vista ambientale, sociale e finanziario, risulta debole anche dal punto di vista puramente amministrativo; con serie possibilità di venire rigettato in fase istruttoria od in sede di ricorso al TAR, allungando quindi i tempi per arrivare ad una soluzione condivisa per questa area.
Oltre a queste indicazioni c´è un ulteriore aspetto che le motivazioni della sentenza del Tribunale chiariscono: per quanto riguarda l´inquinamento della falda di acqua potabile, cioè il principale capo di imputazione, il Tribunale ha prosciolto gli indagati perché il fatto non sussiste. 
La falda dell´acqua potabile non è inquinata e il rischio attualmente incombente è dato dall´alto livello di percolato presente in discarica, certamente non determinato dai vigneti circostanti.


È sempre più chiaro che l´area su cui intervenire è quella della attuale discarica, senza ampliamenti.

qui di seguito due importanti documenti:

- Parere dell'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici


- Sentenza del tribunale di Verona su cà filissine


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