martedì 15 settembre 2015

Noi del Movimento non subiamo, si costituisce un Comitato Referendario

Siamo stanchi di inseguire progetti mostro, pazzi o shock, deciderà la popolazione se accettare di vivere ancora per 29 anni vicino ad una discarica mettendo a repentaglio la propria salute.

Purtroppo abbiamo dovuto ascoltare ieri sera che l'amministrazione PD con in testa il Sindaco Cadura e il suo vice Zanolli, hanno preso atto del nuovo progetto presentato dagli stessi progettisti di prima e sono decisi ad inviarlo in regione già la prossima settimana. Il "nuovo progetto "shock" prevede una montagna pazzesca di rifiuti la cui sommità arriverà ad 90 metri dal fondo cava, superando così in altezza anche il campanile della chiesa di Pescantina e sarà visibile da tutta la Valpolicella. 
Questi amministratori hanno deciso di collocare circa, 2 milioni e 800 mila tonnellate di rifiuti all'interno della discarica per un periodo di 29 anni, unoShock.
Chiedere ora che la popolazione accetti un progetto che, sotto il profilo dimensionale è + - uguale a quelli precedenti, non solo non è possibile, ma non è minimamente accettabile. 
A noi del Movimento Ambiente e Vita che per anni abbiamo chiesto una soluzione che mettesse al primo posto la salute dei cittadini, il Sindaco Cadura non potrà più dire di aver combattuto contro l'apertura della discarica ma, insieme con la sua Giunta sarà ricordato come colui che ha garantito il secondo ampliamento della discarica.

Noi del M.A.&Vita diciamo che ancora una volta, il progetto è stato fatto dalle stesse persone che hanno lavorato per anni al servizio della società Daneco e naturalmente, risponde alla logica che prevede di apportare rifiuti per fare business.
Ancora una volta, la salute dei cittadini, le sofferenze, i disagi e i rischi che gravitano sulle persone che abitano nell'ambito dei 3/4 km. dalla discarica e di cui saranno vittime i cittadini di Pescantina ed in particolare di balconi, non sono stati ritenuti in sufficiente considerazione. Se questo non bastasse, possiamo anche aggiungere il potenziale danno economico derivante dalla svalutazione delle case. Diciamo, cornuti e mazziati.
Ai tanti cittadini interessati che giustamente ci chiedono se si poteva fare diversamente, abbiamo spiegato quale era a nostro avviso il percorso da fare che si riassume in 6 punti:

1) Occuparsi della salute dei cittadini facendo uno studio epidemiologico per capire il "nostro" stato di salute, informare sui rischi ai quali siamo esposti e quali le conseguenze abbiamo subito.
2) Fare una indagine idrogeologica del sito e valutare nel dettaglio il quadro ambientale e le condizioni interne ed esterne della discarica.
3) Raccogliere i dati corretti e determinare i costi effettivi necessari per chiudere il progetto ad oggi con conferimento di terra o materiale inerte. Opzione ZERO a costo ZERO.
4) Fare dei campi prova per capire quale reazione si sarebbe avuta dalla movimentazione dei rifiuti utilizzando le migliori tecnologie. 
5) Trovare gli elementi per riportare il progetto in ambito comunale in modo da garantire la sicurezza dei cittadini.
6) Coinvolgere la Regione Veneto nella soluzione economica per costituire dei fondi regionali, o accedere a contributi Nazionali ed Europei o arrivare ad una tassa di scopo provinciale o regionale tale e sufficiente per chiudere definitivamente.

Abbiamo chiesto di costruire un percorso per risolvere il problema ma ora, arrivati davanti al muro non ci resta che una scelta, chiedere alla cittadinanza di esprimersi e di essere parte attiva in questo processo decisionale. Su questioni che toccano tutta la cittadinanza e che possono pregiudicare la qualità della nostra vita c'è ora una sola risposta. REFERENDUM CONSULTIVO POPOLARE

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